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Set 20, 2020 - Racconti    Commenti disabilitati su Monòpoli e pandemia

Monòpoli e pandemia

@cv

Francoise rifletteva sul suo rapporto con Laurent e pensava di non provare alcun senso di colpa per averlo tradito.

Aveva cominciato un anno fa, stufa di vederlo sempre appiccicato al televisore per guardare le partite di calcio.

Ormai non c’era più un giorno della settimana libero, tra anticipi, posticipi, coppe, campionato, per non parlare della domenica con gli orari sfalsati.

Aveva cominciato a frequentare Monique, un tipino tutto pepe con cui andare in giro a divertirsi, poi aveva accettato qualche invito a cena con giovanotti compiacenti, d’altronde pur non essendo più giovanissima, Francoise era senz’altro una bella donna, ed il suo modo di fare seducente ed allegro faceva colpo abbastanza facilmente.

All’inizio una cena, qualche passeggiata romantica e tuttalpiù qualche bacino, la cosa non aveva seguito.

Poi una sera, complice un bicchiere di vino in più ed un paio di occhioni penetranti, si era lasciata andare in una splendida serata estiva illuminata da un’enorme luna piena, aveva allentato le briglia e si era concessa la prima divagazione coniugale.

Non era stata una serata memorabile, il suo partner aveva avuto troppa fretta, comunque tutto sommato non le era dispiaciuto, anzi, soprattutto il fatto di sentirsi desiderata da un uomo di vent’anni più giovane l’aveva molto gratificata.

Per un po’ di tempo non si concesse più divagazioni, non aveva più voluto vedere Pierre, così si chiamava il suo giovane amante, tornò a frequentare Monique ed una sera mentre ridevano scolandosi una bottiglia di Dom Perignon, Monique la baciò, Francoise rimase sorpresa, poi lasciò andare le inibizioni e ricambiò il bacio, trascorsero una serata trasgressiva, mai prima di allora aveva pensato di fare l’amore con una donna e ne rimase piacevolmente sorpresa.

Il giorno dopo, svaniti i fumi dell’alcol, ripensò alla serata trascorsa, ma dopo la telefonata di Monique che le confessava di essersi innamorata di lei, decise di archiviarla, era stata un’esperienza piacevole, ma di certo non condivideva i sentimenti dell’amica.

Così cancellò Monique dalla sua vita, anzi no, continuò ad utilizzarla come alibi per le sue uscite, in contemporanea alle partite di Champions League, così Laurent poteva invitare i suoi amici, lei sarebbe stata d’impaccio.

Usciva da sola a bere qualcosa in un bistrot, naturalmente aveva avuto delle avances, ma non aveva trovato nessuna persona interessante, poi aveva conosciuto Philippe, non uno dei soliti giovani insignificanti, anzi aveva qualche anno più di lei, non particolarmente bello, l’aveva colpita il suo senso dell’humour.

Il loro incontro era cominciato in maniera piuttosto bizzarra, mentre passava accanto a lei, l’avevano urtato e una parte del contenuto del suo bicchiere era finito sul suo vestito, da lì, le scuse, poi qualche battuta e si erano presentati, avevano trascorso una piacevole serata e poi si erano salutati.

Francoise capì che era stato un incontro diverso dagli altri quando si sorprese a pensare a lui tutta la notte, al rientro dal bistrot aveva trovato Laurent piuttosto euforico, evidentemente la sua squadra aveva vinto, così euforico che volle far l’amore e lei accettò, però non fece l’amore con Laurent, o meglio il corpo era il suo, ma nella sua mente in quel momento c’era Philippe.

La mattina dopo realizzò che con Philippe non si erano scambiati i numeri di cellulari, avrebbe voluto rivederlo, sentire di nuovo la sua voce.

Laurent se l’era spassata a guardare il calcio in tv con gli amici, adesso steso sul letto rimuginava sulla sua vita, sua moglie Francoise non era ancora rientrata e nemmeno sua figlia Nathalie, non era da escludere che telefonasse per avvisare che restava a dormire dalla sua amica Marie, diventava sempre più difficile capire cosa avessero in testa i giovani oggi.

Quanto a Francoise il suo rapporto era agli sgoccioli, dopo vent’anni gli ardori erano sopiti e gli interessi comuni quasi nulli, una figlia ormai quasi adulta e poco altro.

Frequentava spesso la sua amica Monique, anche se più di una volta gli era venuto il sospetto che fosse una copertura per qualche scappatella, ma non gliene importava più di tanto.

Qualche anno prima aveva preso una sbandata anche lui, poi era finito tutto quando si era reso conto che non era l’unico spasimante di Brigitte, così si chiamava il suo oggetto di desiderio, ed aveva preferito ritirarsi in buon ordine.

Adesso non aveva grosse ambizioni nella vita, il lavoro da impiegato da trascinare fino alla pensione, il sesso con Francoise ogni tanto, giusto per giustificare la convivenza e poi l’unica sua passione: il calcio, che gli riempiva la vita, quasi sempre.

Il rumore della serratura lo distolse dai suoi pensieri, era rientrata Francoise, la osservò mentre si spogliava ed il desiderio lo assalì all’improvviso, senza tanti preamboli la prese alle spalle e la distese sul letto, di solito quando si comportava così suscitava delle reazioni irritate da parte sua, stavolta invece non fece una piega.

Anzi, contrariamente al solito partecipò in maniera appassionata, sembrava quasi che fosse la Francoise dei primi anni di matrimonio.

Laurent si addormentò soddisfatto, d’altronde quale modo migliore di festeggiare la vittoria della sua squadra del cuore.

<<Vedete ragazzi, quando si è in un bar rumoroso e affollato, si distinguono comunque i single e le coppie. Ci sono particolari inequivocabili. I single stanno in piedi e agiscono. Le coppie, esauste per il solo fatto di essere uscite di casa, cercano ossessivamente un posto per sedersi. E poi ci sono altri segnali come la scelta del carburante per socializzare o il linguaggio del corpo. Insomma voglio dire che ci sono molti modi di capire se uno ha la carica da single o il coma da coppia. >>

<<Quanto mi piace Ted! >> disse Nathalie

<<Vuoi mettere Marshall! >>rispose Marie

Cominciò così la battaglia con i cuscini, mentre le immagini di “How I met your mother” scorrevano sul video.

<<Sarà meglio che vada. >> disse Nathalie <<altrimenti chi li sente quelle due palle, si fanno i cazzi loro, non gliene frega niente di me, però trovano sempre il modo di rompere. >>

<<Resta qui da me. >>

<<Meglio di no, mi servono un po’ di cose, ciao Marie, alla prossima. >>

Storie di ordinaria vita coniugale, come ce sono tante, questa volta però nella vita di Francoise, Laurent e Nathalie irrompe la variabile che sconvolge le loro vite: è un virus, si chiama Covid 19.

Ve le immaginate tre persone che non si sopportano, che riescono a convivere perché trascorrono poco tempo insieme e all’improvviso si trovano a condividere gli spazi per una giornata intera?

L’inizio non è dei peggiori, sarà la novità ma nessuno dei tre la prende malissimo, magari pensano ad una soluzione di breve durata.

Cominciano anche loro le tipiche attività da lockdown, Laurent si prepara il pane fatto in casa, addirittura la pizza, anche se Francoise la detesta, per lei è un orribile disco di farina lievitata di difficile digestione e con una quantità abnorme di carboidrati.

Francoise dal canto suo ha scoperto tutti i video di fitness che circolano in rete e passa la maggior parte del giorno a sudare con i vari programmi di allenamento.

Nathalie dal canto suo è rinchiusa nella sua camera in videochiamata perenne con la sua amica Marie.

Poi quando si scopre che la situazione non cambierà a breve iniziano i problemi.

<<Laurent, guarda cos’hai combinato, c’è farina dappertutto! Tu e le tue maledette pizze, abitiamo in Francia, non in Italia. >>

<<Allora hanno ragione i miei amici italiani quando dicono che i francesi hanno la puzza sotto il naso, cosa sarà mai un po’ di farina. >>

<<La smettete di urlare, non riesco a studiare! >>

Ecco un esempio di caos generato dalla convivenza forzata, bisognerebbe poter tornare indietro nel tempo, come al Monopoli pescare un cartoncino delle Probabilità o Imprevisti con su scritto: “Ritornate a Vicolo Corto.“

Al momento invece avevano pescato insieme a tanti altri il cartoncino Imprevisti con su scritto: “Attenzione pandemia in corso, andate in prigione direttamente senza passare dal Via.”