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Apr 22, 2020 - Racconti    Commenti disabilitati su Covid 51

Covid 51

astr

Anno 2151 missione sul pianeta Phobiator.

Dopo l’estinzione del genere umano di sesso maschile, causata dalla pandemia Balls-20, avvenuta nell’anno 2140, il pianeta Terra è abitato solo da umani di sesso femminile, la riproduzione è assicurata dalla fecondazione in vitro, con gli spermatozoi creati in laboratorio, anche se a scopo precauzionale è stato congelato sperma maschile conservato prima della terribile epidemia.

La pandemia Balls-40 è scoppiata all’improvviso tra la fine del 2139 e l’inizio del 2140, il paziente zero probabilmente è da ricercarsi nelle montagne del nuorese, trasmesso da uomo ad animale.

La trasmissione successiva del virus è avvenuta dall’animale al latte e quindi essendo il virus molto resistente si è trasmesso al prodotto finale: il pecorino sardo.

Il fattore scatenante della pandemia è da ricercarsi nel campionato mondiale di pesto, tenutosi a Genova nel febbraio del 2140, con l’utilizzo di abbondante pecorino sardo contaminato e praticamente da quel momento il virus si è diffuso in tutto il pianeta.

Il contagio avviene nell’apparato digerente dopo aver mangiato il prodotto contaminato, ma avviene anche per via aerea ed infatti il campionato mondiale di pesto ha generato un’enorme nube tossica che si è propagata in tutto il pianeta.

L’infezione, dopo un periodo d’incubazione di tre giorni, colpisce i testicoli che s’infiammano diventando di colore rosso acceso e aumentano di dimensione in maniera abnorme e la morte avviene per deflagrazione degli stessi.

Nel giro di sei mesi l’intera popolazione maschile è stata sterminata, la popolazione femminile è immune, o meglio vengono contagiate e propagano il virus senza subire conseguenze, in quanto essendo sprovviste di testicoli il virus non trova il terreno fertile adatto alla sua virulenza e quindi nel giro di una settimana diventa innocuo.

Suzie teneva un diario della missione, l’equipaggio era composto da venti donne inviate a colonizzare il pianeta Phobiator che aveva caratteristiche simili al pianeta Terra, per ovviare al Covid-51 un nuovo terribile virus creato nei laboratori e propagatosi all’esterno per un errore umano e che rischiava di sterminare la popolazione femminile.

Il Covid-51 era una mutazione del Balls-20 ed attaccava le ghiandole mammarie, le contagiate presentavano un aumento abnorme delle dimensioni dei capezzoli e delle mammelle e conseguente mortale deflagrazione, per evitare l’estinzione era stata organizzata la missione spaziale con venti soggetti sani.

Suzie però aveva un grosso rimpianto, la scomparsa del genere maschile le aveva lasciato un gran vuoto dentro, ricordava la storia d’amore con Agesilao prima che fosse colpito dal terribile virus.

Le sue compagne non si facevano grossi problemi per la mancanza del genere maschile, anzi avevano rimediato subito con entusiasmo, perfino eccessivo alla mancanza degli uomini.

Nel dicembre 2040 era stata inibita la riproduzione di esseri umani del genere maschile, in quanto la coda del terribile virus li distruggeva subito, era stato indebolito il cromosoma Y e quindi le riproduzioni artificiali facevano nascere solo individui di genere femminili, ritenuti più adatti alla nuova realtà terrestre.

Suzie però non si dava per vinta, si sentiva un po’ a disagio nel gruppo, non riusciva ad essere carina con le sue compagne di viaggio, che al contrario si lasciavano spesso andare ad effusioni tra di loro.

Suzie quando le altre dormivano, si recava nel laboratorio e lavorava su un campione di sperma umano portato clandestinamente nell’astronave.

Lavorava all’indebolimento del cromosoma X ed al rafforzamento di quello Y, se ci fosse riuscita avrebbe potuto programmare la nascita di un maschio.

Dopo un mese di lavoro era riuscita nell’intento, era pronta a sperimentare l’inseminazione artificiale su se stessa.

Dopo un altro mese Suzie fece il test di gravidanza e con somma gioia scoprì che era positivo, andò a dormire felice per quell’evento straordinario.

Nove mesi dopo atterrarono a Phobiator, nacque Agesilao jr., con somma sorpresa delle compagne di viaggio e la colonizzazione del pianeta cominciò.

All’età di sedici anni Agesilao jr,, venne incoronato re di Phobiator come unico rappresentante del genere maschile, nel frattempo erano nate anche delle bambine, negli anni successivi cadde in disuso la fecondazione artificiale e la riproduzione avvenne col metodo più antico del mondo.

Apr 18, 2020 - blog life, Racconti    1 Comment

Alice

Alice nel paese delle meraviglie

Il paesaggio sembra scaturito dalla penna di Lewis Carroll, e lei è lì che balla sul prato, com’è leggiadra Alice mentre volteggia con grazia, i veli trasparenti che la ricoprono lasciano intravedere le sue forme adolescenziali, i capelli biondi disegnano soffici volute nell’aria e poi si poggiano delicatamente sulle spalle bianche, dal bosco proviene una dolce musica: il waltz n.2 di Shostakovic, con le note che ballano con le goccioline di rugiada aggrappate tenacemente ai fili d’erba, mentre il profumo dell’imminente primavera s’innalza nella radura, sembra quasi di assaporare il gusto di miele d’acacia sulle labbra.

La luce filtra dalla persiana, Marco riapre gli occhi deluso per il risveglio e ascolta il silenzio irreale di una mattinata lavorativa, si fa per dire visto che a lavorare sono veramente in pochi, solo qualche mese fa il rumore del traffico s’insinuava tra gli infissi, molesto, invadente, poi il suono sgradevole della sveglia ti ricordava l’inizio del nuovo giorno.

Adesso ti meraviglia vederla lì, lei, la sveglia che continua imperterrita a scandire i secondi, i minuti, però in silenzio, non c’è nessuna fretta, la giornata da reclusi è lunga, lunghissima.

Oggi però c’è l’ora d’aria settimanale, la spesa alimentare, d’altronde bisogna pur mangiare anche se le calorie spese sono veramente poche, Marco avrebbe voluto cimentarsi nell’arte culinaria, ma sapeva già di non trovare la farina, il lievito ed allora avrebbe finito per comprare i soliti piatti pronti surgelati.

Uno dei problemi che ci troveremo ad affrontare quando la morsa della pandemia sarà allentata è l’obesità, il poco movimento, le pizze, le focacce ed i dolci fatti in casa abbondano su tutte le tavole, almeno su quelle di chi è riuscito a far incetta di lievito e farina.

Marco scese in strada e quasi avrebbe preferito ascoltare il suono di un clacson, invece c’era il vecchietto in mascherina che portava a spasso il cane, il runner solitario che faceva la circumnavigazione dell’isolato e nient’altro.

D’improvviso la vide nell’oasi canina, Alice osservava sorridente le rincorse del suo Schnauzer, adesso non aveva i veli addosso ma un bel paio di jeans attillati, una camicetta bianca, sbottonata quel tanto che basta per far intravedere la curva morbida di due seni giovanili.

Il suono di un’ambulanza lo distrasse quel tanto che basta da fargli distogliere lo sguardo, quando tornò a guardare verso l’isola canina Alice non c’era più, si guardò intorno ma non c’era anima viva.

Riprese un po’ contrariato la strada verso l’ipermercato e si preparò ad affrontare la sfida con gli altri clienti: il mantenimento della distanza sociale.

Mentre guardava desolato lo scaffale delle farine completamente vuoto, sollevò lo sguardo e la vide nel reparto delle tinture per capelli, afferrò il carrello e si precipitò verso di lei.

  • Signore scusi, non può passare dobbiamo ricaricare gli scaffali.
  • Devo… prendere una tintura,
  • Faccia pure il giro di là.

Marco si precipitò da quella parte, per poco non urtava una vecchietta e nel farlo aveva fatto in tempo a scorgere il suo sguardo terrorizzato.

Arrivò trafelato nel reparto tinture e Alice non c’era più, si mise a cercarla in tutte le corsie, niente si era volatilizzata.

Demoralizzato prese a caso un po’ di piatti pronti dal reparto surgelati e si avviò verso la cassa, la vide che stava uscendo, aveva due persone in fila davanti, non ce l’avrebbe fatta!

  • Permesso, permesso.
  • Signore, cosa fa, rispetti la fila!

Marco aveva abbandonato carrello e spesa e si era precipitato all’esterno, ma Alice era scomparsa, da quando Alice lo aveva lasciato, per una pausa di riflessione aveva detto, non era più riuscito a comunicare con lei, al telefono non rispondeva e a causa di questa maledetta pandemia non poteva nemmeno andare a cercarla.

Rincasò affranto e senza spesa, al diavolo tutto esclamò, si lasciò cadere sul divano e afferrò il telecomando dello stereo, ma sì, ascolto un po’ di musica a tutto volume così mi tiro su, col pollice premette il tasto rosso dell’accensione e le note della canzone risuonarono nell’aria :

E io non ci sto più
E i pazzi siete voi…

Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole
Mentre il sole fa l’amore con la luna.