Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
Saltimbanchi
Saltimbanchi
improvvisano spettacoli
tra facce indifferenti.
Gelo per le strade
ancor di più nei cuori
sempre più disabituati
alla diversità.
Anzi impauriti
da tutto ciò
che esula
dalla nostra comprensione.
Rinchiusi nella gabbia
del nostro egoismo
i desideri degli altri
ci appaiano vuoti incomprensibili.
Nel frattempo i sogni
dispiegano le ali in volo
e si perdono tra le nuvole
alla ricerca della
meta perduta.
Viaggio
Il mare in burrasca
lascia il posto
al verde della campagna
umido di pioggia.
Scenari diversi
si alternano al finestrino
del treno che corre.
Anche la mia anima
viaggia adesso che è iniziata
la ricerca della prossima stazione.
L’umore come il tempo è incerto
grossi nuvoloni si alternano
a squarci di sereno,
rassegnate malinconie
lasciano il posto a ventate d’ottimismo.
Consapevolezza
che potrà essere meglio o peggio
ma è ineluttabile
il nuovo che verrà.
Farfalle danzanti
Un semicerchio
una retta
che lo interseca
simbolo della vita
che attraversa
il tempo e lo spazio.
Figure mentali
scrosciano via
con la pioggia,
attraverso i vetri
i rumori giungono ovattati.
Il cristallo rifrange
timidi raggi
di luce artificiale.
Gelida la notte
vuota di pensieri
mentre sale il tremito
delle farfalle
che danzano
nello stomaco.
La solitudine delle farfalle
S’accendono lampadine
un’altra estate è andata
il ciclo continua.
Flashback di anni fa
riaffiorano alla mente
sensazioni s’intrecciano
nel dormiveglia mattutino
e il tempo ricopre di una
dolce patina i ricordi.
Persone, fatti,
che non esistono più
lontani nel tempo.
Ovattate giungon le voci
le sensazioni si rinnovano
come vorrei, di nuovo
le farfalle nello stomaco.
E ti vengo a cercare,
Battiato,la musica,
te che vivi su un altro pianeta.
Ancora adesso non capisco
perché ci siamo incontrati
qualcosa d’indefinito
che mi sfugge.
Un libro desiderato, letto
e poi finito, bello, misterioso
adesso è lì sullo scaffale
ma dentro ti è rimasta l’essenza.
Le fermate si susseguono,
il treno porta a destino
storie diverse
ognuna con le sue stranezze,
le sue speranze,
le sue solitudini.